ECDL diventa ICDL

Venerdì 10 maggio a Bruxelles la Fondazione ECDL  ha presentato ufficialmente alle Istituzioni Europee l’evoluzione della Patente Europea del Computer nella Certificazione globale di competenze digitali.

ECDL cambierà di nome e diverrà ICDL, International Certification of Digital Literacy, ponendo l’accento sulla domanda crescente di competenze digitali, condivise e certificate.  In Italia questa evoluzione avverrà gradualmente: a partire da quest’autunno nei certificati emessi il logo ICDL potrebbe affiancare quello di ECDL.

Perché ICDL?

Molte istituzioni internazionali riconoscono la centralità del tema della digital literacy. La Fondazione ECDL sottolinea la piena conformità delle proprie certificazioni alle esigenze più recenti anche attraverso un cambio di nome: da ECDL (European Computer Driving Licence, la patente europea del computer) a ICDL (International Certification of Digital Literacy). In realtà il nome ICDL, sia pure con un diverso significato rispetto all’attuale, è già in uso in tutti i paesi extraeuropei dal 1998. Tra l’altro, nell’ultimo trimestre del 2018 si è registrato anche il sorpasso di un paese extraeuropeo – Egitto – che è risultato primo nella classifica mondiale per numero di esami svolti, superando tutti i paesi europei.

Per meglio rimarcare la netta evoluzione e la distanza rispetto alle prime proposte, la Fondazione ha scelto anche un nuovo logo e una nuova immagine più lineare ed efficace nel descrivere l’attuale programma. Ciò che invece non cambia è l’impegno di AICA e della Fondazione ECDL/ICDL all’aggiornamento continuo dei contenuti dei moduli di certificazione.

Digital Literacy

La nuova società digitale non può ignorare l’importanza di formare ogni individuo all’uso delle tecnologie, che rappresentano un grande potenziale economico e sociale di un paese e apportano un significativo contributo alla sua crescita culturale e alla condivisione della conoscenza.

La Treccani introduce il termine inglese digital literacy  proponendo come tradizione “alfabetizzazione digitale” o “alfabetizzazione informatica”.  La definisce come “Abilità di individuare, comprendere, utilizzare e creare informazioni utilizzando tecnologie informatiche” o “alfabetizzazione informatica”. Nella Raccomandazione del 22 maggio 2018 lo stesso Consiglio Europeo traduce literacy come “competenza alfabetica funzionale”. A nostro avviso mantenere il termine in inglese consente di comprendere in sintesi una vasta gamma di significati legati al tema dell’apprendimento delle competenze digitali.

Scenario internazionale

Nel campo specifico delle competenze digitali il 2018 è stato un anno particolarmente denso di novità.

  • L’Unione Europea ha rinnovato la propria definizione del 2006 attraverso la Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente. Ha inoltre elaborato la proposta di quadro finanziario pluriennale 2021-2027, nella quale rientra il nuovo programma di finanziamento Europa Digitale (in corso di approvazione) con uno stanziamento “fino a 699.543.000 euro per l’obiettivo specifico 4 – Competenze digitali avanzate”.
  • A luglio l’American Council on Education (ACE), prestigiosa istituzione accademica statunitense che dal 1974 valuta i crediti formativi universitari per competenze acquisite in contesti non formali e informali) ha inserito il programma ICDL all’interno del CREDIT (College Credit Recommendation Service).
  • L’Unesco, che già a settembre 2017 aveva rilasciato il documento Digital skills for life and work, nel giugno 2018 ha pubblicato anche A Global Framework of Reference on Digital Literacy Skills for Indicator 4.4.2.
  • Il programma ECDL ha ricevuto riconoscimento formale anche dall’International Society for Technology Education (ISTE

UNESCO

L’Unesco ha definito un quadro di riferimento per lo sviluppo sostenibile, sviluppo sostenibile, approvato dalla comunità degli stati ONU all’interno dell’Agenda 2030, che comprende 17 obiettivi; il quarto di questi obiettivi è un’istruzione di qualità per tutti, cioè fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti (Sustainable Development Goal 4 – Ensure inclusive and equitable quality education and promote lifelong learning opportunities for all).

In particolare, il sotto-obiettivo 4.4 prevede di:

Aumentare considerevolmente entro il 2030 il numero di giovani e adulti con le competenze adeguate – anche tecniche e professionali – per l’occupazione, un lavoro dignitoso e l’imprenditorialità.

In tale contesto, il documento A Global Framework of Reference on Digital Literacy Skills for Indicator 4.4.2. analizza varie modalità operative utilizzate in un campione di 47 stati del mondo (di cui solo 2 in Europa) per la misurazione della percentuale di giovani e adulti che hanno raggiunto almeno un livello minimo di competenza digitale.

Sottolineiamo in particolare i seguenti risultati dello studio Unesco:

  • Lo schema DigComp – The Digital Competence Framework for Citizens, elaborato dalla sede di Siviglia del centro comune di ricerca della Commissione Europea, è considerato un quadro di riferimento concettuale utile (con alcune opportune integrazioni)
  • ICDL è lo schema di riferimento reale più diffuso al mondo (presente in oltre il 72% degli stati), seguito da IC3 (~30%) e da Microsoft Digital Literacy Standard Curriculum (meno del 26%, vedi pag.10, punto 5)
  • ICDL è in assoluto lo schema che offre la miglior copertura di DigComp (con un punteggio totale di 177, contro i 67 di Microsoft, vedi tabella a pag.12)
  • Oltre ad alcuni schemi di riferimento delle agenzie governative vengono presi in considerazione gli unici tre programmi veramente internazionali: ECDL, IC3, Microsoft

Ricordiamo che gli stessi contenuti ICDL analizzati da Unesco sono noti in Europa come ECDL.

ICDL è lo schema di riferimento più completo e più diffuso al mondo per lo sviluppo delle competenze digitali, come attestato dall’Unesco.

Le competenze promosse dall’Unione Europea

Nella prima premessa della Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente si legge quanto segue:

Il pilastro europeo dei diritti sociali sancisce come suo primo principio che ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro.

Ciò premesso, il Consiglio dell’Unione Europea raccomanda a tutti gli Stati membri di:

  • sostenere il diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente
  • sostenere lo sviluppo delle competenze chiave e facilitarne l’acquisizione

Il primo punto operativo è il seguente: “2.1 innalzare il livello di padronanza delle competenze di base – alfabetiche, matematiche e digitali […]”

Le competenze digitali rientrano quindi pienamente tra quelle fondamentali; insieme a quelle alfabetiche e matematiche. 

La nuova declinazione del concetto di competenza digitale inoltre, secondo l’Unione Europea, è quindi quella di Digital Literacy, cioè: “abilità di individuare, comprendere, utilizzare e creare informazioni utilizzando tecnologie informatiche (alfabetizzazione digitale). Tale capacità è riferita sia all’ambito strettamente tecnico, sia all’utilizzazione corretta, legittima ed efficiente di contenuti digitali”.

 

 

 

 

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